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IL MAXXI ALL’OPERA PDF Stampa

Il Museo Nazionale delle arti del XXI secolo di Roma ha ormai definito la propria identità ed è entrato nella realtà culturale del nostro Paese.

Deve essere ultimata la struttura dove esporre la collezione permanente, ma nello spazio disponibile le mostre vengono attuate con regolarità e i programmi, piuttosto ambiziosi, hanno un importante ruolo informativo, contribuendo, nel contempo, a promuovere lo sviluppo delle arti visive con proposte valide e spesso inedite, non soltanto in ambito nazionale.

Per una ricognizione sui lavori in corso della complessa Istituzione museale, mi sono rivolto ad Anna Mattirolo, direttore del MAXXI arte, nonché del Servizio arte della DARC (Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali).

 

Luciano Marucci: Parliamo della presenza del MAXXI nel panorama dell’arte contemporanea. Innanzitutto, chi opera le scelte per le esposizioni?

Anna Mattirolo: Il collegio di direzione su proposta del curatore. Tendenzialmente l’attività espositiva riflette la programmazione generale del Museo con lo scopo di mantenere evidente lo stretto collegamento tra l’attività espositiva e la collezione del museo. Spesso gli artisti presentati entrano a far parte della collezione o, viceversa, la mostra diventa occasione per presentare l’ingresso in collezione di un artista.

 

Qual è l’orientamento generale per la formazione dei programmi annuali?

L’orientamento generale viene espresso dal collegio di direzione del MAXXI in coerenza con il Piano dell’Arte contemporanea, strumento che il Ministro adotta in funzione della politica e della crescita del patrimonio pubblico dell’arte contemporanea.

 

È prevista anche la presentazione degli artisti romani?

Il MAXXI è un museo nazionale, dunque gli artisti romani rientrano  nella  sua programmazione culturale indipendentemente dalla particolare provenienza geografica. 

 

Oltre alle mostre personali vengono proposte quelle tematiche o collettive?

Sì, insieme a quelle di confronto, per esempio, tra due artisti di diversa estrazione formativa o culturale.

 

Il MAXXI a quali fruitori vuole rivolgersi in particolare?

Avendo il Museo il compito di trasmettere, quanto più approfonditamente possibile, la conoscenza della creatività contemporanea nei suoi più molteplici aspetti, abbiamo avviato una serie di iniziative e di attività didattiche ed educative mirate a diverse tipologie di visitatori. 

 

Si può contare su un’attività continua o ci sono condizionamenti?

Il futuro Museo, come si sa, è ancora in fase di cantiere. Da sei anni abbiamo però consolidato una programmazione di mostre e di eventi negli spazi a nostra disposizione (oltre 1000 metri quadri). Contemporaneamente sono state avviate tutte le attività collaterali alla funzione del museo (attività di ricerca e documentazione, biblioteca, archivio, didattica, restauro ecc.) oltre alla regolare acquisizione di opere per la collezione.

 

Per l’attuazione delle mostre viene privilegiato il rapporto con determinate istituzioni italiane e straniere?

Sì, molte mostre sono state frutto di collaborazione e co-produzione con musei ed istituzioni italiane e straniere.

 

Vi relazionate in qualche modo con il MACRO anche per evitare sovrapposizioni?

Con il MACRO c’è un rapporto diretto di reciproco scambio di vedute e di informazioni. Con il direttore sono impegnata in numerose iniziative comuni.

 

La cooperazione con altre istituzioni è imprescindibile?

È certamente utile soprattutto nei casi nei quali le specifiche competenze creino valore aggiunto

a un comune progetto culturale.

 

...Difficile da praticare?

No, al contrario sono sempre state ottime occasioni di confronto, almeno per quanto riguarda la mia esperienza e quella del MAXXI. Siamo infatti ben intenzionati a continuare su questa strada soprattutto in Italia, con l’obiettivo di consolidare un sistema comune di politica culturale.     

 

Viene presa in considerazione la collaborazione con gallerie private?

Con le gallerie private c’è una collaborazione continua, come è giusto che sia nella visione generale di un sistema italiano di arte contemporanea nel quale siamo tutti coinvolti. 

 

Le mostre sono supportate da iniziative collaterali?

Sì, sempre più spesso; compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, creiamo eventi  culturali in diretto riferimento alla mostra in corso (convegni, giornate di studio, ma anche concerti, performance, danza, teatro, rassegne video).

 

L’attuale servizio educativo in cosa consiste? C’è un coinvolgimento delle scuole?

Stiamo per pubblicare un dossier relativo ai risultati raggiunti nei primi anni di attività, frutto di un programma sperimentale concepito anche con il coinvolgimento di Università e diverse istituzioni. Naturalmente la scuola per noi è una priorità.  

 

La struttura organizzativa è sufficiente?

Sì, ma solo per le dimensioni attuali del museo. Ci avvaliamo comunque di una serie di professionalità della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, dalla quale il MAXXI prende culturalmente avvio.

 

Le esposizioni sono sempre pensate per la futura struttura museale?

Sono pensate in funzione dello spazio di volta in volta ad esse destinato. La scelta delle opere da acquisire  per il futuro museo, invece, tiene anche conto delle sue caratteristiche architettoniche. Va detto però che il progetto della Hadid prevede una notevole possibilità di modulazione dello spazio interno che garantirà una più che soddisfacente collocazione di opere d’arte di caratteristiche diverse.  

 

C’è già una visione organica dell’assetto che avrà?

Certamente. La nostra priorità, ora, è proprio rivolta all’approfondimento e alla definitiva adozione di un progetto museologico e museografico del MAXXI arte e MAXXI architettura, analizzato anche sulla base di un confronto con esperti del settore.

 

Vengono accettate le donazioni degli artisti e dei collezionisti?

Sì, se in coerenza con le linee guida della collezione.

 

A che punto è la dotazione?

Sono state acquisite a vario titolo (acquisti, donazioni, committenze, premi) ben oltre duecento opere. Crediamo che per l’apertura del MAXXI potremo contare su un ulteriore numero di opere frutto anche di depositi provenienti da collezioni pubbliche e private, che contribuiranno a definire più approfonditamente lo scenario della collezione di un museo italiano di arte contemporanea.

 

Quando potrà essere aperto al pubblico il Museo?

Quando saranno erogati i fondi mancanti per la chiusura del cantiere. I lavori sono ad uno stato di avanzamento tale che crediamo di poter essere piuttosto ottimisti.

 

In sintesi, come è stato concepito?

Dall’esigenza di creare un nuovo museo nazionale d’arte contemporanea che potesse essere un importante punto di riferimento per il sistema italiano dell’arte e per gli artisti e gli architetti contemporanei, con una funzione di stimolo della loro produzione. Il MAXXI, nato come Centro Nazionale per la documentazione e la valorizzazione delle arti contemporanee, è stato concepito dalla volontà di promuovere tutta l’attualità legata alla ricerca artistica e architettonica del XXI secolo, ruotando attorno a due poli, Arte e Architettura, che potesse assolvere ad una funzione pilota rispetto alle altre realtà già presenti sul territorio nazionale.

 

Gli spazi saranno sufficienti e adeguati alla nuova produzione artistica?

Certamente sì. Come ho già detto in precedenza, stiamo effettuando gli acquisti non perdendo di vista le caratteristiche architettoniche degli spazi in realizzazione, che sono pensati proprio per rispondere alle complesse esigenze di allestimento delle opere d’arte contemporanea. D’altra parte il MAXXI si rivolgerà sempre più a una politica di committenza diretta verso l’artista così da rafforzare la propria vocazione di centro di produzione artistica.

 

Il calendario della prossima stagione è stato definito?

Sì, in linea generale, ma ancora non approvato dal Collegio di direzione.

 

Cosa comprende?

In autunno si inaugurerà la mostra Musei nel XXI secolo, una grande iniziativa espositiva sul tema dei musei, che si inaugura il prossimo 21 settembre, a cura della DARC. Il programma è interamente dedicato ai musei del terzo millennio e si articola in tre mostre specifiche: Museums in the 21st Century: Concepts, Projects, Buildings, che documenta i migliori progetti e realizzazioni post-2000 sul tema dell’architettura museale in Europa e nel mondo; Beyond Museums, che investiga invece le ricerche progettuali e gli esempi più avanzati ed eterodossi, sempre più lontani dall’idea del museo come edificio chiuso e compiuto; Glocal: il caso del MAN – Museo Arte Nuoro, un esempio di eccellenza nel panorama italiano.

 

Gli appuntamenti di Net Archives continueranno?

È nostra intenzione dare spazio a tutte le modalità di espressione contemporanea che comprendono ovviamente anche l’arte in rete.

 

Si intende giungere pure a un uso più ampio della rete informatica?

Il MAXXI mira ad essere un centro polifunzionale in grado di documentare tutti gli aspetti della creatività contemporanea e non credo si possa prescindere da un allargamento dell’uso della rete informatica visto il ruolo assunto da questa nella società contemporanea.

A cura di Luciano Marucci

 [«Juliet» (Trieste), n. 129, ottobre-novembre 2006, pp. 58-59]