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TREVI

 “Prima linea”: terza mostra al Flash Art Museum, curata da Francesco Bonami e Giacinto Di Pietrantonio, con catalogo ampiamente rappresentativo. Come la precedente sul “Medialismo”, propone l’arte giovane che si esprime con diversi medium. Stefano Arienti usa riproduzioni e foto parzialmente “cancellate” per riproporre le immagini in termini più misteriosi. Vanessa Breecroft attua una suggestiva performance in cui le tre protagoniste formano un gruppo familiare cromo-plastico-vivente dai teneri atteggiamenti autistici rispetto al contesto espositivo e sociale. Monica Carocci manipolando foto in bianco e nero ottiene risultati di forte intensità espressiva, mentre Maurizio Cattelan continua la sua investigazione-progettazione di ironiche figure con variabili per formare immagini che esigono una diversa interpretazione. Marco Cingolani traduce in pratica pittorica evanescente avvenimenti di inquietante attualità e Amedeo Martegani espone una natura dipinta a più profondità... col proposito di comunicare i significati oltre la superficie. Luca Quartana proietta sequenze di diapositive per offrire alla lettura i particolari d’un volto umano combinati con frasi concettuali. Alessandro Pessoli, invece, affida ancora alla materia-colore e al pennello una nuova iconografia che nasce dalle ossessioni e dalle intossicazioni estetiche-ambientali-esistenziali del nostro tempo. Le due opere di Alfredo Pirri dai cromatismi luminosi - una dall’impianto geometrico, l’altra figurale - confermano le ragioni intime della sua indipendente ricerca poetica. Per altri aspetti si mettono in evidenza Mario Airò, Eva Marisaldi, Franco Silvestro...

La manifestazione è completata da “Audience 0.01” - panorama internazionale di video a cura di Helena Kontova - con la partecipazione di 15 artisti, tra cui l’italiana Grazia Toderi, a conferma che il mezzo televisivo è stato ripreso in considerazione dagli artisti dell’ultima generazione.

A proposito dell’attività del Museo di Trevi, Giancarlo Politi nella premessa dice che “vuole rappresentare un modello di laboratorio di idee sempre in crisi con se stesso ed in continua tensione con la realtà circostante e i processi sociali in corso (...). Nell’arco di due anni a Trevi dovranno passare tutte le principali esperienze artistiche contemporanee (anche di cinema, televisione, teatro, ecc.) e molte anche relative alla storia del Novecento”. Ben vengano, dunque, mostre sull’attualità in questo momento d’impasse.

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste) , n. 68, giugno-luglio 1994, p. 71]