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ASCOLI PICENO

Chiamata dall’Associazione Fidapa, Maria Mulas, più che una conferenza su “Fotografia come Arte”, ha tenuto un incontro confidenziale. Ha esordito ricordando le difficoltà operative avute fin dai primi anni dell’attività e come - dopo il giovanile entusiasmo per il mito dello spettacolo -  si sia decisamente orientata verso gli intellettuali. Senza dilungarsi su teorie e citazioni impersonali ormai scontate, ha preferito commentare il suo lavoro proiettando una serie di diapositive e mostrando grandi stampe fotografiche dei personaggi del mondo dell’arte e della letteratura. Ha rivelato i segreti del mestiere e come ha proceduto per individuare i caratteri più significativi dei suoi soggetti prescelti: da Borges a Moravia; da De Chirico alla Oppenheim, a Melotti, a Veronesi, a Castellani; da Warhol a Beuys, a Kounellis; dalla Fracci a Leo Castelli... Tante immagini del suo gremito album che scrivono il romanzo incompiuto della sua vita vissuta all’interno dell’arte. Nel soffermarsi sui ritratti dei borghesi e degli anonimi, ha svelato anche il suo pensiero nei confronti di certe categorie sociali e le ragioni delle sue non-scelte. Il dibattito ha fatto emergere più chiaramente gli aspetti umani e sociali, l’obiettivo più intimo della Mulas che al termine non ha risparmiato risentite critiche alla televisione che quotidianamente ci propina immaginivolgari.

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 73, giugno 1995, p. 63]