Home arrow Viaggi nell'arte arrow Transiti arrow A. Bonoli-R. Berardi-G. Pellegrini (n. 85/1997-’98)
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ASCOLI PICENO

La mostra itinerante “Il linguaggio silenzioso dell’arte”, approdata al Centro d’Arte l’Idioma (con presentazione di Lorenzo Mango), non è nata da un’associazione casuale di tre artisti. Il lavoro di Alessandra Bonoli, Rosetta Berardi e Gianni Pellegrini ha in comune progettualità, essenzialità e vocazione, anche se tecniche e modalità per arrivare all’opera sono ben differenziate. La prima produce sculture simboliche primarie con cemento e ferro intensamente colorate, le quali affermano la loro presenza-assenza compenetrandosi con lo spazio fisico che le contiene e con il tempo di memorie lontane. Gli oggetti pittorici della Berardi, invece, si identificano con simbologie strettamente legate al linguaggio rigorosamente geometrico. L’immagine è oggettivata, ma non basata su asettiche astrazioni e tautologie. È percorsa da vibrazioni ottico-sensibili date dagli elementi costitutivi dell’opera che entrano in dialettica fra loro senza trascurare gli aspetti percettivi e visualizzando processo formativo e dinamismo della ricerca. Pellegrini sposta il discorso più decisamente sul piano pittorico, in senso autoreferenziale e non per finalità narrative. Si preoccupa di mostrare i segni di linee-ombra in cerca di un altrove, più che di definire un soggetto riconoscibile, per cui le immagini risultano enigmatiche come quelle di forme mai formate.

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 85. dicembre 1997-gennaio 1998, p. 73]