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BOLOGNA

Tra agosto e settembre al G.A.M. si è attuato un programma di serate incentrate su azioni, mostre e video con artisti giovani e vitali. I più conosciuti: S. Moral, N. Cingolani, V. Favi, S. Mezzaqui, M. Mercuri, E. Fantin, A. Sperni, F. Chiarelli, S. Sabato, C. Pietroiusti, L. Vitone, F. Voltolina, A. Zanazzo, M. G. Torri. Quest’ultima, critico e performer, dopo la partecipazione al Festival della Parola di Venezia come top model in sedia a rotelle che invitava i presenti ad investire Naomi Campbell per vederla sfilare nelle sue stesse condizioni, ha impersonato “La reine Antoinette”, baroccamente vestita, con collare ortopedico... La regina, pur venendo da un’altra epoca, componeva poesie al computer che poi recitava in francese maccheronico.  Fan della solita Naomi, estraeva da una gabbietta dipinta a colori fluo, ritagli di giornali sulla modella da lei collezionati e li gettava al pubblico. L’ironia svelava un atteggiamento non omologante di modelli mitizzati, storici e contemporanei. Il copione conteneva anche un’allusione, in tempo regale, a Diana che usciva di scena proprio in quei giorni. Quella della Torri è una performance di ricerca che va oltre le più autoreferenziali degli anni Settanta. È legata ad un discorso esistenziale e tende a dissacrare lo strapotere di certi personaggi ed eventi, costruiti artificialmente per soddisfare il gusto comune. Ogni suo intervento è un living act ispirato al teatro come momento di vita. Le sue azioni intelligenti, ben lontane dalle improvvisazioni gestuali, sono caratterizzate da una serrata dialettica tra il suo vissuto e i fenomeni alla moda...

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 85. dicembre 1997-gennaio 1998, p. 73]