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MACERATA

Villa Valcampana, nei pressi di Treja, ha fatto da cornice e contenitore a “Fausta”, mostra ideata da Simona Marchini, da Pio e Francesca Monti. La sera dell’inaugurazione tre attori (tra cui la stessa Marchini) e tre strumentisti hanno reso omaggio al Faust di Gounod (che veniva rappresentato allo Sferisterio di Macerata), mentre i 13 artisti invitati si sono espressi sul mito dell’uomo mai sazio di ricerca. Annie Ratti in una radura ha posto due fanali di fuoco come occhi di un animale diabolico, Vittorio Messina ha schermato una finestra dell’abitazione con una tenda rossa. Gli altri hanno esposto all’interno. Salvo una targa pittorico-concettuale; Giuseppe Salvatori una romantica e oscura Margherita in composizione con due finestre che si affacciano sul giardino; Vettor Pisani una sua immagine alata inserita in una struttura minimal; Luigi Ontani un’autofoto alloggiata in un’elevata nicchia, in cui appare adagiato su una falce di luna. Scenografico il tondo di Gulia Lusikova dentro una stanza dall’entrata interdetta, antipittorico come sempre un gran dipinto di Gianmarco Montesano; surreale il personaggio di Tommaso Lisanti che occhieggiava da un angolo. Due le anatomie umane da manuale (muscoli e scheletro) incise su lastre di alluminio da H. H. Lim; due anche le coppie di mani congiunte di Andrea Fogli, colorate di blu-Klein, impreziosite da perle sulle punte delle dita. Felice Levini ha condensato in una wunderkammer le più motivate immagini prodotte negli ultimi anni associate all’autoritratto. Infine, una “Dolly” clonata a dimensione naturale da Andrea Brandizzi. Insomma, un’armoniosa serata per un’esposizione ben strutturata a testimonianza della quale è rimasto un elegante catalogo.

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 85, dicembre 1997-gennaio 1998, p. 76]