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TREVI

Nella storia recente della Biennale di Venezia la sezione Aperto riservata ai giovani era quella a cui i critici guardavano con più attenzione per scoprirvi nuove proposte e nuovi orientamenti. Ideata da Achille Bonito Oliva nel 1980 per dare più voce all’inedito e alla sperimentazione, è stata abolita nel 1995 da Jean Clear. Due anni fa la decisione suscitò non poco clamore, tanto che una trentina di istituzioni museali d’Europa si attivarono per organizzare la loro edizione di “Aperto”. Per il nostro Paese gli aderenti furono la Galleria d’Arte Contemporanea di Bologna e il Flash Art Museum di Trevi voluto dall’Editore d’arte Giancarlo Politi. Mentre la Biennale di Lione in un certo senso ha ereditato il ruolo internazionale, attualmente in Italia, a parte le occasionali esposizioni isolate, a mantenere in vita l’iniziativa di proporre arte giovane, è rimasto il Museo di Trevi che ha esposto opere di 102 artisti selezionate da 13 critici. La mostra era corredata da un catalogo con scritti che giustificavano le scelte e con un’antologia di testi sulla condizione dell’arte italiana e sulle vie oggi più battute dagli operatori visuali. Ovunque si nota, infatti, una tipologia di ricerca piuttosto eterogenea che non rende possibile individuare movimenti dominanti, anche se non manca una certa maniera derivante da tangenze o  convergenze. Tra i partecipanti che si sono fatti notare: Botto e Bruno, Bianco-Valente, L. Pivi, F. Di Lernia, M. Orsi, G. Cuneaz, M. Basilé, G. Dell’Antonia, C. Mattii, G.M. Marcaccini, M. Consiglio, R. Carbone, S. Pieralli, L. Zanini, M. S. Jordan, M. Mauri, F. Lauretta, A. Gianvenuti, P. Leonardo, F. De Bellis, S. Moral, A. Matarazzo, V. Favi. Per la sezione di architettura l’anconetano Danilo Guerri ha presentato elaborati tecnici e modelli di otto suoi significativi progetti.

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 85, dicembre 1997-gennaio 1998, p. 79]