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Del sodalizio con Luca Maria Patella PDF Stampa

Il lungo rapporto con Luca Maria Patella merita una nota a parte, anche per l’incidenza che ha avuto sul mio viaggio nell’arte.    Ci incontrammo nel 1967, quando lo invitai a esporre le sue sperimentali incisioni a colori simultanei nella sezione di “Grafica internazionale” della VII Biennale d’Arte di San Benedetto del Tronto (che rilevai all’ultimo momento apportando delle migliorie).    All’VIII edizione sul tema Al di là della pittura la conoscenza si era già trasformata in amicizia.    Per molti anni, quasi ininterrottamente, nei mesi estivi egli è stato mio ospite nella città rivierasca e io, più volte, nella sua storica casa di Montepulciano, dove avevo avuto modo di stimare anche le doti umane e artistiche di suo padre Luigi, affettuosamente chiamato “Gigi San”: estroso ingegnere dagli interessi ‘cosmici’, autore di progetti utopici.   Fu quello un periodo caratterizzato da scambi di idee e di esperienze; da una dialettica piuttosto costruttiva in tutti i sensi. Colloqui interminabili (in spiaggia, quando diveniva deserta, o fino a tarda notte), specialmente sulla “logica del Tutto” da lui praticata, che esaltava la ‘complessità’, non soltanto linguistica, di cui egli è stato certamente un precursore rispetto alla ‘molteplicità’ dell’espressione artistica e alle ‘contaminazioni’ maturate successivamente. Per non dire del suo concettuale caldo e dell’uso di mezzi multimediali, che andavano oltre le tendenze del momento e la specificità dei generi ancora troppo legati ai codici tradizionali.    Il tutto era rappresentato da interviste in progress; divertiti scatti fotografici per documentare performances o per creare nuove immagini; progetti, concretizzati o rimasti inediti; repliche differenziate...    Da lì traevo motivi per articoli e per un originale libro-intervista diviso in due parti: Incontro con Luca Maria Patella. La logique du Tout. É di allora un composito libro-opera di Patella, intitolato P’alma di mano. poema da quadrivio (di cui curai il lavoro di editing), dalla forma di sedere marino..., di una nota soubrette che scoprimmo... (fotograficamente) prima della televisione. Un’edizione rara anche perché ne sono stati confezionati solo 6 esemplari invece dei 130 previsti.    Tra l’altro, alcune opere tridimensionali e fotografie di quel periodo sono state esposte e pubblicate più volte. Vedi, ad esempio, quella scattata alle mani di Luca sulla battigia di “Sben” (così aveva soprannominato San Benedetto, associando foneticamente le iniziali della città al rumore delle onde del mare che si infrangono sul molo), inserita pure in una pubblicazione della Biennale d’Arte di Venezia.    Insomma, una frequentazione inventiva di cui restano varie testimonianze significative.    Devo anche alle sue insistenze... il consolidamento della mia inclinazione all’interdisciplinarità e il ritorno all’arte (dopo un periodo in cui avevo creduto soprattutto all’OperAzione sociale ed ero rimasto vittima di un serio encontranazo stradale in Terra Maya e Azteca che mi aveva temporaneamente ingessato...), nonché il ricorso ai “giuochi di parole” per alludere e condensare significati.      Con lui ci sono stati anche lunghi silenzi stampa..., conseguenti a scontri di identità, causati dal mio intransigente perfezionismo e dal suo esasperato egocentrismo: un naturale cortocircuito tra critico e artista dalle visioni non sempre convergenti. L’ultima separazione... risale al 2004, nata da disaccordi sopraggiunti al termine di un estenuante lavoro per la formazione di un Cd-Rom, congelato poco prima della diffusione.    Da quell’anno non ci siamo più sentiti, ma, al di là dell’incidente... provocato più dalle nostre nevrosi che da motivi sostanziali, non ho smesso di apprezzare la sua multiforme produzione mentale-poetica-alchemica.   Continuo a considerare Luca un artista geniale, un grande creativo per l’intensità dell’opera e la modernità del linguaggio. E credo che anche in lui sia rimasto qualcosa di positivo della mia partecipata collaborazione.

 

ottobre 2008

 

luciano marucci

 

(testo inedito)