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FERMIGNANO

Il paesaggio del nostro Paese ha ispirato da secoli pittori italiani e non. Tante di conseguenza le mostre su questo genere. L’ultima edizione sull’assunto, a cura di Maria Grazia Torri, è giustificata dal fatto che il 1998 è stato proclamato “Anno del Paesaggio” dal Ministero dei Beni Culturali. Si tratta di un ‘aggiornamento’ sul tema perché la scelta è caduta su 32 autori giovani che usano la pittura, la scultura, l’incisione, la video-installazione..., focalizzando soprattutto le degradazioni ambientali che alla fine del secolo appaiono off limits. Le soluzioni sono diverse: vedute romantiche che esprimono nostalgia di un mondo perduto, testimonianze di assurdi accostamenti, concettualizzazioni, effetti cibernetici, ‘tatuaggi’ ambientali, graffiti, luoghi terapeutici di massa e via dicendo. I diversi linguaggi stanno ad indicare che c’è ancora una partecipazione dell’io-artista alle problematiche grandi e piccole del nostro pianeta. La mostra è itinerante. Dopo Fermignano toccherà Milano, Bari, Padova, Messina e Matera. La formula va incentivata per una serie di motivi non marginali: evitare lo spreco di risorse e la sovrapposizione di iniziative; creare relazioni fra istituzioni culturali ed operatori; dare continuità all’azione informativa, evitando una finalizzazione meno effimera alle esposizioni. I grandi musei sono già entrati in questa logica. Specie per chi ha mezzi limitati, è importante trovare forme attuative realistiche e  coinvolgenti. Nuovo Paesaggio Italiano (catalogo Lupetti) è su questa strada. Alcuni nomi tra i più stimolanti: A. Damioli, Bordoni + Paci Palò, Botto & Bruno, Celli & Tomasello, O. Barbieri, L. Lambri, D. Brun, P. De Pietri, G. Costa, L. Lucchi Basili, A. De Pascale, P. Di Bello, G. Galtrucco, L. Ghirri, S. Governali, M. Neri, E. Rondo.

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 90, dicembre 1998-gennaio 1999, p. 75]