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OFFIDA

Soprattutto in estate nei piccoli comuni le mostre crescono e a volte sorprendono vacanzieri e residenti. L’Amministrazione Comunale dell’antica cittadina, famosa per le raffinatezze artigianali dei suoi pizzi, ha scelto quest’anno il pittore Benedetto Bustini, attivo ad Ascoli e lungamente a Siena, poi tornato a lavorare nella quiete del “borgo nativo” per non subire i condizionamenti del sistema dell’arte. L’artista ha compiuto un percorso evolutivo interamente nello specifico pittorico. Dopo un’originale ricerca è approdato ad una sua cifra stilistica che gli ha consentito di ottenere una sintesi armonica tra elementi naturali, citazioni colte e astrazioni geometriche minimali vaganti nello spazio indeterminato. L’opera ha acquistato così una valenza metafisica e fiabesca a cui non è mai estraneo il sentimento. Egli - come viene puntualizzato nell’accurato catalogo che accompagna la vasta esposizione, allestita nel suggestivo Chiostro di San Francesco - “con un suo personale codice disegnativo-cromatico-compositivo, costruisce immagini liriche usando sapientemente colori acrilici dalle accese tonalità irreali che il suo ‘pennello alchemico’ sublima in luce fredda dell’era nuova”. Ed è proprio riformulando la teoria della luce in rapporto all’ombra e al fenomeno della percezione che riesce a togliere fisicità alle forme. Le sue suggestioni fantascientifiche non escludono accenti critici. Lo prova la tendenza ad accostare, seppure con misurata ironia, le meraviglie del micro-macro cosmo alle strutture ‘meccaniche’ oggettive, a contaminarle con simboli e valori che derivano dalla sue radici.

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 94, ottobre-novembre 1999, p. 69]