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GROTTAMMARE

Di mostre sul colore ne sono state fatte a iosa, ma la tematica, nella vastità delle sue gamme, può ancora reggere. Red and White, allestita presso la Stamperia dell’Arancio ArteContemporanea, collegata ai vini dell’Azienda Camillo Montori, ha visto accomunati maestri scomparsi o ancora attivi (Burri, Fontana, Accardi, Manzoni, Schifano, Castellani, Paladino, De Maria, Dessì, Pizzi Cannella), ai giovani operatori più o meno noti (Beecroft, Carboni, Caira, Consiglio, Consorti, Eusebi, Pancrazzi, Pusole, Restano). All’inaugurazione l’etologo Giorgio Celli, da sempre appassionato d’arte contemporanea e del buon bere, ha messo in rilievo la consonanza tra vino e colore, a cominciare dalla funzione magica che l’uno e l’altro assumono quando conducono l’uomo al di fuori della dimensione reale. “Bere del vino e vedere dei quadri, alimentare il benessere corporeo e aprire, nel contempo, una finestra sull’immaginario, suggerisce una maniera di stare insieme nella pienezza”. Come al solito, il gallerista Riccardo Lupo ha curato un degno catalogo, corredato da un saggio di Gloria Gradassi e da un testo del professor Celli, accattivante per la ricchezza di rimandi culturali interdisciplinari.

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 101, febbraio-marzo 2001, p. 76]