Home arrow Viaggi nell'arte arrow Transiti arrow Collettiva Gall. Astuni (n. 105/2001-‘02)
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FANO

Pur avendo lavorato con artisti italiani affermati, la Galleria Astuni, tra le più attive e selettive non soltanto delle Marche, ha iniziato un giro di ricognizione tra le giovani generazioni e ha esordito con “Laboratorio Materiale”, a cura di Luca Beatrice: mostra plurima allestita presso tre chiese in disuso (San Paolo in Valle, San Francesco, del Suffragio) e il proprio spazio espositivo. I venti artisti prescelti sono stati stimolati a presentare opere realizzate con materiali da loro mai usati in precedenza, ma non tutti hanno osservato pienamente l’assunto. Tra i lavori più emblematici: l’esotica, leggera danza dei Gnawa ‘disegnati’ da Aldo Mondino in un magico tappeto-mosaico (arrotolabile); la camera di Luigi Ontani con il letto-opera, per solari e lunari sogni d’oro e d’argento, ‘arredata’ da un  quadro-autoritratto e da un’imponente ermestetica in ceramica policroma; l’evocativo “Scoglio bretone” di Piero Gilardi composto dalle tipiche pietre artificiali; la mitica immagine scultorea di Chia in marmo nero del Belgio, alabastro, pietra del Marocco e bardiglio; l’estraniante scultura-installazione, in pietra e marmo verde di Pietrasanta, di Luigi Carboni; i tre mosaici in bianco e nero di Alessandro Pessoli, dalla ‘fumettistica’, essenziale figurazione. Ed ancora: “Terra - a - terra”, pavimento in marmi policromi di Massimo Orsi; le aeree bolle di vetro di Enrico T. De Paris contenenti frammenti prelevati dal suo studio e dai suoi ironici dipinti; l’iperrealistica valigia con scheletro in ceramica di Bertozzi & Casoni; i ritratti in mosaico di Leonardo Pivi; le tre candele in marmo bianco di Alex Pinna ‘accese’ da ‘pinocchietti’. ‘Sorprendenti’ anche i lavori di Marco Cingolani, Antonella Mazzoni, Emanuele Giannelli, Simone Racheli, Antonio Riello, Giovanni Paduano, Eya (Selis e Vallainc) e Mario Consiglio.

Luciano Marucci 

[«Juliet» (Trieste), n. 105, dicembre 2001-gennaio 2002, pp. 73-74]