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ASCOLI PICENO

SegniCodiciInstallazioni è il titolo della personale che Fabrizio Mariani ha tenuto al Centro d’Arte l’Idioma per esibire i lavori degli ultimi anni. Il corpus di opere evidenzia il desiderio dell’artista di isolarsi da un quotidiano esteriore e alienante, dominato dallo stereotipo, nella speranza di ritrovare la dimensione privata e di ridefinire la sua identità inespressa. Ecco allora il disvelamento di memorie intime, affetti, sentimenti, emozioni del vissuto. Ed ecco le riflessioni sulla condizione esistenziale e l’atteggiamento ideologico, stemperato, però, dall’immaginario poetico, da cromatismi seducenti, ibridismo linguistico e implicazioni intellettuali. L’opera, dal  lato strutturale e percettivo, spesso ha affinità con la poesia visiva e il neo-dadaismo. Scaturisce da una sensibile elaborazione tecnica e mentale, dall’armoniosa associazione di segni, pseudoscritture, frammenti musicali, altri interventi manuali soggettivi e da materiali dalle particolari qualità. Le immagini sono calibrate e leggere, pure quando escono dal supporto e dalla parete per acquistare rilievo plastico e installarsi nello spazio reale. Il titolo della mostra indica proprio l’impiego di certi elementi e passaggi che, naturalmente, non sono solo formali. Anche questo evento per Mariani è un’occasione per compiere una sorta di confessione pubblica con la quale chiede di essere assolto, se non altro, come ‘pittore’…

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 112, aprile-maggio 2003, p. 75]