Home arrow Viaggi nell'arte arrow Transiti arrow Mario Giacomelli (n. 138/2008)
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CIVITANOVA MARCHE

Da circa tre anni la Galleria Per mari e monti di Roma ha aperto un elegante spazio espositivo nelle Marche, gestito da Francesca e Gino Monti, figli del grande Pio. L’impresa non è delle più agevoli nella laboriosa città, con il pubblico non abituato all’arte contemporanea. Fino ad ora sono state allestite mostre di Sol LeWitt, Gian Marco Montesano, Helen Gaber e Mark Kostabi, H. H. Lim, Tomaso Lisanti, Tano Festa. L’ultimo appuntamento ha reso omaggio a Mario Giacomelli, fotografo marchigiano tra i più significativi del XX secolo, scomparso nel novembre del 2000. Le venti opere fotografiche in mostra hanno riproposto alcuni momenti più interessanti del percorso dell’artista che, dopo aver preso avvio dal cinema neorealista italiano, ha definito un linguaggio personale, grazie alla spiccata sensibilità poetica, all’amore per la natura e la gente comune, alle capacità tecniche che gli consentivano di visualizzare aspetti nascosti e di emozionare. Le foto - a tiratura piuttosto limitata - appartengono ai cicli “La buona terra”, “Scanno”, “i pretini”, “i riti”, “gli innamorati”. Giacomelli è riuscito a esprimere efficacemente verità umane senza compiacimenti estetici. Per lui la forma era un mezzo occasionale per costruire soggetti di vita con semplicità e per dire altro. L’occhio-obiettivo coglieva una realtà quotidiana, profonda e autentica, che l’autore arricchiva con pensiero e sentimento. In questo senso le sue foto non sono solo documenti oggettivi, ma “prove di noi stessi” da interpretare; autoritratti intimi che riflettono l’esistenza nel mondo. Spesso nella sua produzione si ritrova la cultura popolare, il vissuto di un’epoca caratterizzata da una radicata identità locale. Oggi che certi “borghi selvaggi” abitati dalla civiltà contadina si sono tramutati in villaggio globale indifferenziato, le sue testimonianze sono entrate nell’archivio delle memorie e nel mito, acquistando più dignità museale. Egli stesso aveva detto: “Nessuna immagine può essere ‘reale’, perché la realtà ti capita una volta sola davanti agli occhi”.

Luciano Marucci

 [«Juliet» (Trieste), n. 138, giugno 2008, p. 88]