Home arrow Viaggi nell'arte arrow Transiti arrow Marcello Lucadei (n. 41/1989)
PDF Stampa

MACERATA

Marcello Lucadei, che di recente ha avuto una personale alla Galleria Cicconi, inizia prelevando col mezzo fotografico particolari del paesaggio antropizzato e non, sfruttandone tutte le possibilità: Sceglie immagini significative (singoli “documenti” o percorsi di fotogrammi) che lo attraggono per i contenuti drammatici o, comunque, capaci di eccitare la sua immaginazione. Di solito le impagina in sequenze cinematografiche, come finestre che si aprono sul mondo, intercalandole con “pause di colore”. Poi, con interventi minimi, direi con descrizione mimetica, sfoca, rettifica o modifica il soggetto, ma senza eccessivi approfondimenti romantici e senza cancellarlo completamente, anche quando ricorre a più vistosi procedimenti di estrazione new-dada. Esso viene gradatamente decontestualizzato per essere immesso in una dimensione fantastica. In questo procedere verso l’immaginario e l’essenziale, Lucadei evidenzia la processualità della messa in opera. Egli non prende atto solo di una situazione per proporre un oggetto da contemplare e basta: dietro il visibile c’è il desiderio di riportare la Natura alla dimensione mentale per sollecitare una rilettura critica e l’intenzione di ampliare la percezione creando nello spettatore uno spaesamento spazio-temporale che induce a un ripensamento esistenziale. Le sue opere sono immagini della mente, porzioni di memoria che si offrono all’interpretazione sensibile...

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 41, aprile-maggio 1989, p.55)