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GROTTAMMARE

La personale di Wladimiro Tulli, allestita alla Galleria-Stamperia dell’Arancio, permette di rivisitare il percorso dell’artista maceratese incentrato sul suo “Vagabondaggio cosmico”: titolo della mostra che - accompagnata da un testo critico di Luigi Lambertini il quale ricostruisce puntualmente la sua storia - ne focalizza il libero errare nello spazio virtuale del quadro e l’ansia di andare oltre per addentrarsi nell’immaginario e cogliere aspetti di una realtà più sognata che vissuta. Alla spiccata vocazione pittorica egli associa un temperamento irrequieto che lo porta alla continua ricerca di immagini vitali e inedite, facendo anche un uso squisitamente pittorico dei mezzi poveri con cui a volte simula il collage e materializza perfino il suo fluido segno. Anche se si affida alle avventure dell’automatismo psichico, che gli consente di sondare nel subconscio e di salvare l’emozione, l’opera è accuratamente eseguita, disciplinata da una mano pensante che provvede ad armonizzare il tutto. Nel tempo ha arricchito il linguaggio seguendo le proprie inclinazioni e gli stimoli provenienti da determinati maestri delle prime avanguardie.  Rispetta alcune regole fondamentali, ma non ama la staticità delle formule. Menna aveva scritto che Tulli vive “la pratica della pittura come movimento incessante, come energia in continua trasformazione”. Entusiasmo giovanile e fantasia creativa ancora oggi agevolano il suo prolifico cammino, visionario e gioioso, nell’astrazione ironico-lirica.

Luciano Marucci 

[«Juliet» (Trieste), n. 76, febbraio-marzo 1996, p. 65]