Home arrow Viaggi nell'arte arrow Transiti arrow Mark Kostabi / Posizione Kappa (n. 94/1999)
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SAN BENEDETTO DEL TRONTO

L’Amministrazione comunale da circa due anni ha deciso di dare un nuovo arredo alla città balneare installando in punti strategici del centro e del lungomare significative sculture d’autore. Nel contempo, per ogni artista viene organizzata una grande esposizione nell’elegante Palazzina Azzurra circondata da un lussureggiante giardino. Grand maître dell’intera operazione Ugo Nespolo (pienamente appoggiato dal Sindaco Paolo Perazzoli) che l’anno scorso ha installato la sua opera “Lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare” ed ha tenuto un’ampia e rigorosa personale. Nell’autunno passato, invece, è stata sistemata la scultura di Mark Kostabi “To see through is not to see into” e questa estate è stata la volta della sua esposizione la cui vernice ha coinciso con la ‘scoperta’ del terzo ‘monumento’, realizzato da Salvo, raffigurante una palma e un piccolo elefante come a dire che la forza turistica di ‘Sben’ sta nei suoi viali e giardini con circa 10.000 di quegli alberi. Kostabi, presentato in catalogo (Ed. Skira) da Luca Beatrice ha prescelto il tema degli Angels, con 31 dipinti in bianco e nero e 3 più o meno a colori, dall’atmosfera sospesa in una latente insoddisfazione, nonostante l’apparente serenità delle composizioni. Del resto i drammi politici di questo periodo, culminati con la guerra nella ex Jugoslavia, non potevano lasciare indifferente l’artista molto attento al sociale. In queste ultime opere ha voluto raffreddare l’immagine per dare più risalto ai contenuti in rapporto a certe potenzialità delle forme, che tuttavia restano legate ad associazioni ironiche in moderni contesti tecnologici dove l’uomo senza volto mostra  nostalgie poetiche. Nello shop della sede espositiva erano in vendita prodotti firmati Kostabi e Nespolo il cui ricavato sta andando a favore di associazioni umanitarie. Prima che la stagione balneare si chiuda “l’isola dell’arte” - come viene chiamato il centro cittadino - si arricchirà di una fontana in bronzo policromo ancora firmata Ugo Nespolo.Opere aperte ai nuovi linguaggi in spazi aperti e non, con dodici operatori visuali singoli e due gruppi che hanno presentato ad un pubblico ormai sempre più spesso tête à tête con lavori artistici, la loro produzione recente, nell’ambito della seconda Posizione Kappa, in termini nautici una condizione di salvataggio, in termini artistici è meno chiaro chi viva la situazione di emergenza... Durante il percorso qualche interessante installazione era troppo defilata (Gruppo Koinè, Michele Marchionni) per essere apprezzata da tutti; altre (“La gabbia d’oro” del Gruppo Fornace e “Bocche cucite” di Mario De Carolis in collaborazione con Nicoletta Vallorani e Nielsen Gavina) inserite in pieno tra giochi di bimbi e vacanzieri in relax. Lo spazio della Palazzina Azzurra, come al solito ben curato, presentava opere che andavano dall’identità del corpo (Francesco Scialò, David Lenaz, Giuliana Cuneaz), al graffito-dripping di Gilberto Giovagnoli, all’altare indù consu-mistico con sottofondo di litanie di Lorella Mussoni. Altri espositori en plein air: Luigi Bernardi, Alicia Erba, Alfredo Pesce. Due gli eventi performantici dell’inaugurazione: il concerto del gruppo italo-tedesco di musica contemporanea “Donauklangforschung” e il “Matrimonio con quattro” della turca Sukran Moral da anni residente a Roma.

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 94, ottobre-novembre 1999, p. 75]