Home arrow Viaggi nell'arte arrow Transiti arrow M. Lucadei e F. Mariani (n. 103/2001)
PDF Stampa

ASCOLI PICENO

Marcello Lucadei e Maurizio Mariani possono essere definiti due clandestini dell’arte. Esercitano la professione di designers: il primo come docente, l’altro in un’amministrazione pubblica. Una strategia per fare gli artisti senza avere l’assillo di come sbarcare il lunario. Quando se ne offre loro la possibilità, esibiscono un prodotto di prim’ordine. Oltre che dalla sintonia di idee e dalla passione dell’operare, sono accomunati dall’ibridismo linguistico e dalla cura del manufatto, dalle raffinatezze grafico-pittoriche e dalla sensibilità poetica. Per questo nella personale a due intitolata “Annotazioni e trasparenze nelle pieghe della memoria”, tenutasi presso il Centro d’Arte l’Idioma, sulle pareti hanno mescolato le loro opere evidenziando le affinità, ma anche le differenze che formano le loro individualità. Lucadei è più legato all’uso di proprie immagini fotografiche de-composte con calibrati interventi pittorici. Le sue finalità ideologiche sono legate al recupero di identità territoriali. Mariani costruisce ‘vetrine della memoria’, inventando codici per nuovi messaggi. Dà rilievo plastico a indecifrabili scritture e partiture musicali che elabora e aggrega armonicamente a materiali extrapittorici. Dal complesso delle opere di entrambi traspare la nostalgia del tempo perduto e il piacere di quello ritrovato attraverso il disvelamento dell’immaginario.

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 103, giugno 2001, p. 71]