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MARCHE

Il collegamento arti visive-musica ogni anno si concretizza a Pesaro durante il Rossini Opera Festival con un evento attuato da un importante artista, complice Franca Mancini, direttrice dell’omonima galleria che cura Les Rencontres Rossiniennes, sponsorizzati dagli enti locali e dalla Fondazione Cassa di Risparmio della città. L’edizione 2009 – documentata da un elegante catalogo comprendente testi di Bruno Cagli, Paolo Fabbri e Piergiovanni Castagnoli - si è avvalsa dell’opera di Claudio Parmeggiani, che da anni si muove tra Arte Povera e Concettuale. Per l’intervento dal titolo Fantasia su temi rossiniani egli ha preso spunto da elementi e fenomeni naturali che hanno avuto un significativo ruolo nella musica di Rossini, quali il fuoco, il sangue, l’acqua, le tempeste. L’ideazione si è materializzata in quattro vecchie canoe nere - assunte come simbolici mezzi di viaggio reali e immaginari - disposte verticalmente nello spazio espositivo. Da due di esse fuoriuscivano colature di colore rosso e blu che si spandevano sul pavimento. A completamento del percorso fantastico, quattro quadri alle pareti con ‘impronte’ e ali di farfalle su sfondi nero fumo (ricordando che “psiché” in greco significa farfalla ma anche anima e, quindi, vita, moto, volo, libertà), nonché due teste di statue classiche associate a componenti allusive. Il giorno dell’inaugurazione l’installazione è stata arricchita di note musicali, grazie all’esecuzione della composizione dal Giullame Tell ai Péchés de vieillesse di Flavio Troiani da parte del Quartetto d’archi “Andrea Postacchini”, così che gli oggetti scultorei, pittorici e sonori formavano un insieme scaturito da un progetto piuttosto mentale finalizzato alla percezione plurisensoriale ed emotiva.

Luciano Marucci

[«Juliet» » (Trieste), n. 144, ottobre-novembre 2009, p. 90]