Home arrow Viaggi nell'arte arrow Transiti arrow Randa Mirza (n. 160, dicembre 2012-gennaio 2013)
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ANCONA

Quando si nomina il Libano, si pensa a un Paese instabile, disastrato dai conflitti bellici degli ultimi decenni. Ma oggi la situazione è cambiata, anche se il processo di ricostruzione non è stato del tutto corretto. Beirut - riedificata ad uso e consumo dei capitalisti - è considerata la Parigi del Medio Oriente. Randa Mirza - artista nata e attiva lì come fotografa e videomaker - attraverso le grandi foto (80x100 cm) esposte alla Quattrocentometriquadri Gallery ha indagato proprio le caratteristiche strutturali della Capitale. Ne ha rappresentato in modo iperrealistico le apparenti bellezze ma, operando interventi minimi, ha voluto provocare una visione altra, non derivante da una percezione oggettiva. Anzi, con atteggiamento ideologico, ha messo in evidenza le contraddizioni tra la fiction dell’immaginario comune e le verità del quotidiano di un contesto urbano che in fondo non appartiene ai suoi abitanti. Ciò svela l’aspirazione dell’autrice di voler trasformare una realtà artificiale, piuttosto omologata al mondo globalizzato, anche se è cosciente che il suo obiettivo è utopistico. Da qui il titolo della mostra Beirutopia. In pratica - come scrive la curatrice Elettra Stamboulis in catalogo - si vuole stimolare “uno sguardo di resistenza che aspetta di essere colto da una proposta di nuova progettazione della città. E questo riguarda tutti noi”. La personale rientrava nell’ambito della terza edizione del progetto di arte contemporanea Arrivi e Partenze che, in una collettiva alla Mole Vanvitelliana, aveva presentato un’altra significativa opera della Mirza.

Luciano Marucci

 

[«Juliet» (Trieste), n. 160, dicembre 2012-gennaio 2013, p. 86]