Home arrow Viaggi nell'arte arrow Transiti arrow Luciano Fabro (n. 167/2014)
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FOLIGNO

Sorpresa interessante la mostra “Luciano Fabro. Disegno In-opera”, organizzata da Giacinto Di Pietrantonio per la GAMeC di Bergamo - in collaborazione con l’Archivio Fabro di Milano - riproposta da febbraio a maggio al Centro Italiano Arte Contemporanea, a cura dello stesso Di Pietrantonio, Italo Tomassoni e Bruno Corà. Lodevole, quindi, la condivisione dell’esposizione con oltre 100 disegni che abbracciano quasi mezzo secolo di “riflessioni sull’arte”. Si tratta per lo più di lavori autonomi, sconosciuti al grande pubblico (anche perché parecchi donati ad amici e parenti) che delineano la figura di un protagonista dell’Arte Povera della prima ora, distintosi per il continuo “attraversamento dello spazio”, inteso come luogo di esplorazione reale e mentale. Nella spazialità Fabro cercava possibilità inedite che lo portassero ad esprimersi liberamente con forme, parole e segni nuovi; da creativo indipendente, anche se in sintonia con artisti del suo tempo, in primis Lucio Fontana. Quando nel 1968 andai a conoscerlo nello studio milanese, dai lavori in corso e dalle dichiarazioni, mi resi conto che tendeva particolarmente alla ricerca e alla sperimentazione di materiali eterogenei, di procedimenti personali per ottenere, con abilità manuale, opere tridimensionali che nulla avevano in comune con la scultura legata ai canoni tradizionali. Ricordo l’Italia rovesciata (forse la prima della serie), la Felce su piombo e Il pupo in fasce…: realizzazioni senza peso di un percorso piuttosto diversificato che, sostanziate da un costante atteggiamento ironico-concettuale-ideologico, definivano già la sua forte identità. La mostra, dunque, oltre a richiamare certe peculiarità di un operatore visuale di primo piano del panorama artistico non soltanto italiano, è servita a studiare-valorizzare una produzione rimasta piuttosto privata e a comprendere meglio il generoso contributo dell’artista all’evoluzione linguistica di quegli anni. Il corposo catalogo (Silvana Editrice) contiene tutte le immagini dei disegni, tre lezioni (1997-1998 e 2002) tenute da Fabro quando era docente all’Accademia di Brera, il testo di una conferenza e ben 14 contributi critici tra cui quelli di Corà, Di Pietrantonio, Tomassoni, Rudi Fuchs, Dieter Schwarz, Gianni Caravaggio.

Luciano Marucci 

 

[«Juliet» (Trieste), n. 167, aprile-maggio 2014, p. 92]