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RIMINI

Nell’ambito del progetto “Circuito Open” della prima Biennale del Disegno 2014, presso Bruno Bernardi Lampadari d’Antiquariato è stata allestita la mostra CONSERVA del pesarese Giuseppe Tomasello, a cura di Anna Maria Del Bianco e Stefano Lombardelli. L’insolita installazione, concepita come “opera aperta”, era composta di una trentina di comuni barattoli di vetro che, sparsi qua e là, si confondevano con gli articoli in vendita. Inglobavano oggetti trovati, parti di calchi scultorei in miniatura, insetti viventi e morti in metamorfosi, disegni e testimonianze scritte e perfino orali, quasi sempre riconducibili alla storia familiare dell’artista. Pagine di un diario rivissuto, utili alla ricostruzione di un tempo ormai perduto, emotivamente coinvolgente. Indizi delle radici siciliane dell’autore, in cui si riscoprivano tracce di un’infanzia che gli è rimasta addosso, ma anche della memoria collettiva di un’Italia non ancora contaminata dallo sviluppo consumistico. L’ambiente - con i lampadari di cristallo, i mobili e i quadri d’epoca, alquanto insolito per una mostra d‘arte contemporanea - era il più adatto a far rivivere, nutrendoli di sentimento, ricordi lieti e tristi presenti nel cuore e nella mente. Ogni oggetto-soggetto, dunque, mostrava in forme inventive aspetti di una realtà privata dai contenuti umani, visualizzati e simbolicamente “conservati” per essere ibridati creativamente attraverso un immaginario altrettanto soggettivo. Tomasello si dedica all’arte alternandola all’attività di restauratore e decoratore o ai progetti per la realizzazione di gadget dalla valenza creativa. Associa così una produzione dichiaratamente utile per la vita fisica a quella, in apparenza inutile, che offre alla psiche momenti salvifici.

Luciano Marucci

 

[«Juliet» (Trieste), n. 168, giugno 2014, p. 94]