[Lo stato dell’arte francese. Intervista a Sabrina Grassi]

Quali sono le caratteristiche del sistema dell’arte francese? In che modo lo Stato prende parte all’attività delle istituzioni e dei musei per lo sviluppo dell’arte contemporanea?

La Francia ha messo in atto un sistema particolare di sovvenzioni per l’arte contemporanea che prende differenti forme: aiuto al funzionamento delle strutture (centri d’arte, scuole d’arte, luoghi di residenze per artisti), acquisizioni dai Fondi Regionali d’Arte Contemporanea, da quello Nazionale e dai musei; l’aiuto ai progetti (esposizioni, edizioni) dato dal Ministero della Cultura da una parte, dalle città, dai dipartimenti e dalle regioni  dall’altra. Le partecipazioni variano a seconda delle strutture (così per l’APAC); quando la programmazione è sostenuta dallo Stato, il Consiglio delle Arti Plastiche della Regione Borgogna privilegia il sostegno ad altre strutture... Noi attualmente riceviamo l’aiuto della città di Nevers, del Dipartimento della Nièvre e della Regione Borgogna. D’altra parte, è soprattutto lo Stato che visiona le opere perché ci sono poche collezioni private aperte al pubblico - contrariamente agli esempi che ci offre l’Italia con Panza di Biumo o la Gran Bretagna con Saatchi. C’è, dunque, una evidente complementarità tra i mercati privato e pubblico in materia d’arte contemporanea, come ha dimostrato Raymonde Moulin in “L’artista, l’istituzione e il mercato” (Parigi, Flammarion, 1992). Questa complementarità, se non è “collusione” - per riprendere il termine di Moulin - è duplice: innanzitutto il primo collezionista francese è lo Stato e ci sono certe gallerie private che lo forniscono. Inoltre, i collezionisti privati, per propria scelta, sono spesso molto attivi nelle loro acquisizioni.

 

Che rapporto intrattiene l’APAC con l’arte giovane?

Dopo la sua creazione, nel 1983, l’APAC intrattiene dei rapporti privilegiati con i giovani artisti e le scelte dei precedenti direttori (Yves Aupetitallot, Eric Troncy, Elein Fleiss...) sono sempre andate in questo senso, presentando le opere di Martine Aballéa, Claude Lévêque, Prévence Panchounette, Felice Varini, Pierre Huyghe, Angela Bulloch, Dominique Gonzales Foerstr, Pierre Joseph, Philippe Parreno, Valérie Pigato... La programmazione attuale evidentemente tiene conto di questa storia. Dopo il mio incarico, conoscendo i giovani artisti, li appoggio come agente e commissario indipendente.

 

I vostri progetti per i prossimi mesi?

L’APAC si trasferirà in un  palazzo del centro città con la stessa vocazione di presentare nelle esposizioni, come negli altri eventi che organizza, le tendenze più sperimentali della giovane creatività internazionale e nello stesso tempo metterà in atto una base Internet accessibile ai suoi visitatori, nel quadro della “mediatica”. Essa comprende una documentazione su supporto cartaceo, una collezione di opere su supporto video e potrà arricchirsi in avvenire di opere concepite per CD Rom o internet.

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 76, febbraio-marzo 1996, pp. 61-62]