SAN BENEDETTO DEL TRONTO

Per molti aspetti esemplare, rigorosa e, ad un tempo, gioiosa la vasta personale di Ugo Nespolo nell’elegante cornice della Palazzina Azzurra (caratteristica costruzione anni Trenta, ristrutturata ed adibita ad esposizioni d’arte). La scelta delle opere dal ‘74 ad oggi, con esempi di arte applicata, eseguite con varie tecniche, ha riproposto un artista per nulla scontato, nonostante la sua riconoscibile produzione, capace di saper dialogare con il proprio tempo, anche attraverso un metodo operativo post-warholiano, sempre proteso a stabilire un rapporto con la realtà, per dare una destinazione sociale al lavoro creativo. Così, ai noti quadri-puzzle dai festosi colori e dalla figurazione ironica e dinamica, i quali rimandano più direttamente al Futurismo e alla Pop-Art, l’autore ha associato opere tridimensionali realizzate con l’uso di materiali diversi derivanti anche dai rapporti di collaborazione estetico-promozionale con il mondo  dell’industria, dello spettacolo e con le amministrazioni pubbliche. Da circa due anni, infatti, Nespolo ha instaurato un sodalizio con il Comune che gli ha affidato il rinnovamento del look urbano. Come primo intervento, nel suggestivo lungomare ha installato una policroma “scultura di parole” (alta 9 metri) inneggiante al tempo libero. Recentemente nell’isola pedonale ha fatto posizionare un’opera in bronzo fuso di Mark Kostabi e fra breve, ad arricchire il museo en plein air, ne arriverà un’altra di Salvo, unitamente ad una fontana di Nespolo stesso. La mostra, ben documentata da un prezioso catalogo dell’Editrice Skira, rientra nel programma di qualificazione culturale della città balneare e, ovviamente, nella  strategia dell’artista che tende a conquistare spazi di vita sempre più ampi. Per questo, prossimamente egli decorerà le facciate di quattro edifici abitativi di un “quartiere felice”.

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 89, ottobre-novembre 1998, p. 78]