LONDON Alla Galleria Corvi-Mora prima personale all’estero di Andrea Salvino, artista romano ormai impostosi in ambito nazionale con i cicli di opere sulla lotta di classe degli anni Sessanta e Settanta, le recenti proteste no-global e l’ “Italia dei misteri”. Senza abbandonare il caratteristico linguaggio di estrazione divisinista legato alla pittura socialmente impegnata di fine Ottocento, attraverso la nuova serie sulle “Donne facili” affronta “il tema dell’amore e del desiderio nel contesto urbano, della sessualità furtiva e frettolosa consumata nella terra di nessuno, tra la campagna e la città”. Anche se i soggetti di questi lavori sono diversi, ideologicamente non si discostano dai precedenti. Ancora una volta la figurazione è evocativa: pur essendo ispirata alla realtà, non è direttamente dichiarata. I tre grandi quadri esposti - con un paesaggio, un interno e un ritratto - confermano le qualità tecnico-espressive dell’autore; l’acutezza di osservatore; la capacità di rapportarsi all’attualità più viva e il senso della storia; il coraggio di usare con intelligenza creativa il medium pittorico, evitando di cadere nella retorica del già visto. Luciano Marucci [«Juliet» (Trieste), n. 113, giugno 2003, p. 71] |