PESARO Fin da quando, giovanissimo, faceva parte del gruppo torinese dell’Arte Povera e Concettuale, Giuseppe Penone si era fatto notare per la forte individualità. Da allora ha proseguito e allargato la sua indagine con radicalità, facendo emergere, con maggiore chiarezza, le ragioni di un’attività creativa tendente a coniugare intuizione e razionalità, natura e cultura. Attraverso l’operazione artistica, l’autore visualizza aspetti naturali marginali senza assumere atteggiamenti antropocentrici, tanto da integrarsi in un ecosistema concepito organicamente. E così promuove una presa di coscienza dei segreti del mondo naturale, nel momento in cui tutto tende ad artificializzarsi. Alla personale, curata dal critico Ludovico Pratesi per conto del Centro “Pescheria”, presso l’ex Chiesa della Maddalena, l’artista ha presentato, in perfetta armonia con l’ambiente sacro, le opere del ciclo sul cervello umano: una grande ‘scultura’ che evidenzia la similitudine tra la forma periferica dell’organo e la sua rappresentazione nello spazio reale; una serie di quattro opere pittoriche monocromatiche che formano immagini di “paesaggi del cervello” (con impronte, segni, tracce, materia); due sculture in marmo e una in pietra (replica manuale di un grande ‘sasso’ trovato nel letto di un fiume). Anche in questi lavori Penone non imita, ma si identifica con le forme sviluppatesi da complessi processi naturali, restituendo un prodotto ibrido esaltato dal pensiero filosofico e dalla qualità poetica. Grazia Toderi si è imposta all’attenzione della critica da quando espose nella sezione “Aperto” della Biennale di Venezia del ‘93 ed ha consolidato la sua posizione partecipando a prestigiose esposizioni di levatura internazionale. Per la sua ricerca - incentrata soprattutto sull’uso del video - è stata chiamata dall’Associazione “Il Teatro degli Artisti” per l’annuale incontro arte-musica, sempre riservato a importanti operatori visuali, nell’ambito del Rossini Opera Festival. Nel suo intervento alla Galleria Franca Mancini ha presentato due nuovi lavori realizzati appositamente per il ciclo “Les Rencontres Rossiniennes”. Per uno di essi l’artista si è ispirata al Teatro Rossini della città, ribaltando, ironicamente, all’interno dell’avvolgente struttura architettonica, il rapporto autore-spettatore: i palchi sono stati occupati dai musicisti che suonavano senza direzione, creando una colonna sonora con i motivi delle ouverture rossiniane, “in un crescendo vitale e caotico”. Per l’altro, invece, è partita dal Teatro di Verzura dell’appartata Villa Caprile di Pesaro (che aveva ospitato personaggi storici), inaugurato proprio nell’anno di nascita del compositore. Dalle originali ideazioni della Toderi sono derivate due videoproiezioni a tutta parete e le corrispondenti immagini in forma di quadri. Dunque, due situazioni reali-immaginarie diversificate: “Orchestra”, riferita a un luogo pubblico (chiuso) delle esibizioni; “Il mondo privato”, scenario (aperto) intimo e naturale, reso speculare e metamorfico in funzione di una percezione dinamica e lirica. Luciano Marucci [«Juliet» (Trieste), n. 115, dicembre 2003-gennaio 2004, p. 77] |