Home arrow Edizioni arrow Arte visuale arrow Altre edizioni arrow Presentazione cartella di serigrafie “Plasticità virtuale” di Marisa Korzeniecki (2009)
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Plasticità virtuale

 

La cifra stilistica di Marisa Korzeniecki è legata a modalità tecnico-linguistiche consolidate. Nella sua pittura prevalgono immagini essenziali tra figurazione e astrazione - spesso riconducibili a brani di paesaggi aerei indefiniti - ottenute associando colori artificiali e linee sinuose o taglienti. Nella scultura prendono corpo anche teste umane dall’ambiguità percettiva derivante da estrose manipolazioni e da effetti di luce-ombra. L’artista, a seguito di approfondimenti, procede in più direzioni, combinando immaginazione e razionalità nel rispetto della sua formazione di base e delle conquiste successive. Non a caso si è dedicata, con una visione piuttosto soggettiva, anche al design. Preferisce sottrarsi al competitivo sistema dell’arte, ma ha l’ambizione di dialettizzare con le esperienze avanzate, praticando nuove tecnologie, tra cui quelle informatiche, senza mai rinunciare alla manualità. Quando ne ha l’opportunità, grazie alle capacità inventive ed esecutive, riesce a proporre lavori originali, attuando studiati quanto sorprendenti eventi espositivi che le consentono di esprimersi pure in senso interdisciplinare e attraverso installazioni. Anche quest’ultimo lavoro seriale - quattro serigrafie ottenute rielaborando soggetti di sue sculture per far rivivere realizzazioni tridimensionali - è indicativo del coerente modo di operare e relazionare i diversi generi. Il titolo della cartella, Plasticità virtuale, sintetizza l’azione di trasposizione su supporto cartaceo. Qui le opere oggettuali di partenza, ri-costruite con colori metallici che imitano la lucentezza del bronzo dalla valenza alchemica, assumono un’identità ibrida tra scultura e pittura. Le cromie, appena disciplinate da rari segni, danno luogo a una sorta di spazialità informale dalle allusioni paesaggistiche che conferisce leggerezza e intriga lo sguardo. Ancora una volta calcolo e immediatezza raggiungono l’equilibrio strutturale a cui l’autrice tende costantemente. Così teste e nudi perdono fisicità e si dinamizzano; risultano più evocati che dichiarati; esibiscono gli esiti di un processo formativo che preannuncia altri approdi dell’immaginario.  

 

Luciano Marucci